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Commenti al testo di Giorgio Mancinelli
Ascoli Piceno Agosto al Teatro Romano

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 Giorgio Mancinelli - 03/08/2011 07:01:00 [ leggi altri commenti di Giorgio Mancinelli » ]

ASCOLI PICENO, TEATRO ROMANO, 2 agosto 2011 - ’Dall’Inferno all’Infinito’ performance-evento di Monica Guerritore, promosso dal Comune di Ascoli Piceno e dall’Amat in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche.

Prendendo ispirazione dalle pagine di James Hillmann, il grande analista junghiano nel saggio sulla psicoanalisi e la spiritualità: «La ricerca interiore»(Moretti&Vitali edit) , in cui fa dialogare la psicoanalisi e la religione, la fantasia e il potere dell’anima, la versatile Monica Guerritore si ripresenta , dopo il successo dell’anno scorso con “Amore e Psiche”, al pubblico del Teatro Romano di Ascoli Piceno con una performance di alto profilo letterario e poetico “Dall’Inferno all’Infinito” in cui è subito chiara l’intenzione, ma non il risultato. “Nella mia intenzione c’è il desiderio forte di sradicare parole, testi, versi altissimi, dalla loro collocazione più conosciuta, per restituire loro un senso originario e potente” - scrive l’attrice nelle note allo spettacolo. E mai azione è forse più riuscita: una “mixtura” di scenografia naturale, tragedia greca, canto, musica, cui la “voce” dirompe così impetuosa nella notte stellata, scuotendo, nel tepore di un’estate per certi lati incerta, con una richiesta di “aiuto”, con un appello tanto irruento e al tempo stesso dolce, quasi di madre, a scendere nelle profondità dell’anima (e dei sentimenti), che all’apparenza non trova riscontro nel silenzio basito del pubblico locale e dei turisti, pure accorsi numerosi al richiamo. È a questo punto che la Grande Madre, mai dismessa, riporta alla luce quelli che sono i sentimenti più autentici, che “decostruisce e ricostruisce il mondo in cui siamo”, attraverso i versi altissimi del sommo poeta Dante che l’attrice fa suoi, per così dire “al femminile”, nel dispiegare l’amore tra Paolo e Francesca. L’applauso è improvviso, scrosciante, come di un temporale a ciel sereno. L’applauso a scena aperta si ripete quando Monica si rivela lei stessa colpita dalle parole, quelle “voci di dentro” che sussultano, che scalpitano, che chiedono una ragione d’essere, e che reclutano domande. Le risposte, se ce ne sono, dice di averle trovate nella struggente “Supplica a mia madre” di Pasolini, nelle “Cento Quartine” di Patrizia Valduga, in Elsa Morante “Menzogna e sortilegio”, in quell’”Ultimo scritto” di Cesare Pavese, e in Valery, in Apollinaire, Hugo, Proust, pure citati all’interno degli interventi che l’attrice tesse nella sua tela d’interprete, per stordire il pubblico, per acclararlo, certamente per ringraziarlo. Ed il pubblico che infine ringrazia Lei, per la ricerca letteraria, per l’intuizione artistica, per quel racconto interiore che ha regalato all’anima raccontandoci ancora una volta “le infinite vie della testimonianza del Sé” che, qualche volta, durante la vacanza, abbiamo dimenticato. Ma forse le vacanze servono anche a questo.

N.A. Notevole la ricerca musicale su cui s’innesta la "voce", giocata sulle note di una grande musicista greca Giya Kancheli (autrice di famose colonne sonore), e brani classici, estratti etnici, e di attualità.